giovedì 30 gennaio 2014

VENTAGLI DI PASTA SFOGLIA

I ventagli di pasta sfoglia sono un antipasto di facilissima preparazione ma di grande colpo d'occhio, che donerà allegria e colore alla vostra tavola. Io li ho preparati con il patè di olive nere, ma esistono numerose alternative, sugli scaffali dei supermercati troverete facilmente altri preparati colorati e gustosi da utilizzare: la crema di pomodori secchi, di melanzane, di carciofi, di peperoni, di funghi porcini... Ovviamente sono tutte salsine che si possono facilmente rifare in casa, ottenendo maggiore soddisfazione e gratificazione. Insomma, sbizzarritevi e fatevi guidare dai vostri sensi! Ma parliamo un pochino dell'ulivo, fiera pianta secolare dalla resistenza titanica. Una leggenda narra che un tempo gli ulivi erano piante bellissime, dal fusto lungo e dritto. Quando Gesù fu condannato a morte, Caifa mandò un paio di scagnozzi a cercare dei pali di legno lisci, lunghi e dritti per costruire la croce. Le campagne circostanti furono investite da una tempesta, allo scopo di persuadere i due brutti ceffi a tornare indietro, ma questi proseguirono. Una volta giunti a destinazione, ogni forma di vita tacque, non si mosse una foglia, non cantò più un uccellino, una cicala, non gracidò più una rana. Tutti gli alberi pregavano e supplicavano Dio in silenzio di poter scampare a quell'atroce destino. Allora uno dei due scagnozzi affermò: "non taglieremo né un cedro né una palma, ci serviremo dell'ulivo!" Mentre le palme e i cedri tirarono un sospiro di sollievo, gli alberi d'ulivo iniziarono a contorcersi, a ingobbirsi, a spaccarsi. Inutile fu la ricerca dei due scagnozzi: non riuscirono a trovare un albero d'ulivo da poter essere utilizzato per costruire la croce. E fu da allora che l'ulivo vive felice di essere brutto. Sarà, ma secondo me è uno degli alberi più belli e pittoreschi in assoluto! Per 4 persone:

1 confezione di pasta sfoglia rettangolare
1 vasetto di patè di olive (o altra salsina)

Srotolate la confezione di pasta sfoglia, versatevi sopra il patè di olive nere e, con l'aiuto di un cucchiaio, spalmatelo per benino sulla pasta. Abbiate cura di lasciare un bordino di circa 1 centimetro.




Arrotolate la pasta sfoglia da destra verso sinistra fino alla metà di questa. Fate la stessa cosa anche da sinistra verso destra.





Distendete della carta forno in una pirofila, tagliate il rotolo di pasta sfoglia in dischetti larghi un dito e disponeteli su di essa. Infornate a 220° per 15 minuti, i ventagli di pasta sfoglia saranno pronti quando saranno ben dorati.








lunedì 27 gennaio 2014

CAVOLFIORE ALLA CARBONARA

Il cavolfiore alla carbonara è un gustoso contorno completo e sostanzioso. Abbiamo già parlato tante volte degli innumerevoli benefici apportati dal consumo costante di tutti i cavoli in generale ed in particolare delle loro preziosissime proprietà antitumorali. Ma forse non tutti sanno che i cavolfiori vengono largamente utilizzati anche in cosmetica. Infatti, in essi è presente di un componente chiamato sulforafano, grazie al quale viene bloccata l'azione dell'invecchiamento delle cellule. Di fatto viene modificata l'ossidazione all'interno di esse, e quindi ridotta la formazione dei radicali liberi. Per 4 persone:

1 cavolfiore da circa 1 k
100 g di prosciutto tagliato in una sola fetta
2 uova
50 g di burro
1 spicchio d'aglio
1 mazzetto di basilico
pepe nero, noce moscata

Pulite il cavolfiore, dividetelo in cimette e sbollentatelo per 20 minuti in acqua salata. Scolatelo. Quindi fate fondere il burro in una casseruola e unitevi il trito finissimo di aglio e basilico, fatelo appassire e nel frattempo riducete a dadini il prosciutto cotto. Unite anche questo al condimento e lasciate rosolare. Aggiungete infine le cimette con un'abbondante spolverata di pepe nero e una grattugiatina di noce moscata. Sbattete le uova leggermente salate e versatele sui cavolfiori rigirando in continuazione, finchè l'uovo non si sarà rappreso. A questo punto potete servire il cavolfiore alla carbonara ben caldo.


giovedì 23 gennaio 2014

STRACCETTI AL RADICCHIO, CIPOLLOTTI E CARCIOFI

Questi straccetti al radicchio, cipollotti e carciofi sono una ricca e succulenta ricetta, ideale come piatto completo con gli ortaggi della stagione fredda. Protagonista di questa gustosa pietanza è il radicchio rosso. Come vi dicevo nel post sulle lasagne verdi al radicchio, io preferisco acquistare sempre quello trevigiano, tutelato dal marchio IGP. Sempre in quel post vi parlai di 2 delle 3 varietà di radicchio IGP, non ci resta che disquisire su quello variegato di Castelfranco. E' molto bello da vedere: ha foglie color panna screziate di rosso, e la forma che ricorda una rosa sbocciata. Il sapore varia dal dolce al leggermente amarognolo, ma sempre molto delicato al palato. Anch'esso è sottoposto ad un processo di sbiancatura attraverso l'immersione in acqua o l'assenza di luminosità. Per 6 persone:

360 g di pasta tipo straccetti all'uovo
4 cipollotti
4 carciofi
2 cespi di radicchio
1/2 limone
60 g di basilico fresco
3 spicchi d'aglio
1 cucchiaio di pecorino grattugiato
1 cucchiaio di parmigiano grattugiato
20 g di pinoli
olio, sale

Preparate il pesto mettendo a frullare in un mixer il basilico, l'aglio, i pinoli, i formaggi grattugiati e 5-6 cucchiai d'olio. Pulite i carciofi dalla peluria interna, tagliateli a fettine sottili e poneteli in acqua acidulata. Nel frattempo affettate a rondelle i cipollotti e a striscioline il radicchio. In una padella con poco olio fate appassire i cipollotti, quindi aggiungete i carciofi. Dopo circa 15 minuti aggiungete il radicchio e un pizzico di sale. Lasciate cuocere per altri 5 minuti. Nel frattempo cuocete la pasta e conservate 1 mestolino dell'acqua di cottura per diluirla con il pesto. Scolatela e saltatela in padella, aggiungete metà del pesto e il mestolino d'acqua, lasciate insaporire per 1 minuto. Servite gli straccetti al radicchio, cipollotti e carciofi aggiungendo in ogni piatto qualche altra cucchiaiata di pesto.


lunedì 20 gennaio 2014

PASTICCIO DI MERLUZZO

Brutto da vedere, ottimo per il palato. Ve lo presento, il pasticcio di merluzzo. Questo pesce dalle carni candide è tipico dell'Oceano Atlantico, nel Mediterraneo non esiste. Il merluzzo è una pietanza prelibata, apprezzata tantissimo anche da illustri nomi del passato: la storia ci racconta infatti, che Carlo V d'Asburgo, durante il viaggio che nel 1530 lo portava verso Bologna per essere incoronato imperatore da papa Clemente VI, fece tappa a Sandrigo, nel comune di Vicenza. Proprio fra le mura di palazzo dei Sesso, dove alloggiò per qualche giorno, venne a conoscenza del fatto che i condannati a morte richiedevano, come ultimo desiderio, un piatto di polenta e merluzzo. Incuriosito, volle a tutti i costi assaggiarlo. Carlo V rimase così soddisfatto tanto da nominare "cavaliere" tutti i presenti al banchetto. Per 4 persone:

1 k di merluzzo
500 g di patate
50 g di prosciutto crudo
1 cipolla
1 uovo
2 cucchiai di aceto
1 bicchiere di latte
1/2 l di brodo
30 g di farina
2 foglie di alloro
5 grani di pepe nero
olio, sale, pepe nero in polvere

Bollite le patate già sbucciate in acqua salata e passatele al setaccio. Nel frattempo sbollentate il merluzzo anch'esso in acqua salata con l'aggiunta dell'alloro e del pepe in grani per 15 minuti. In una casseruola lasciate imbiondire la cipolla e il prosciutto tagliati a listarelle sottili, unite la farina eliminando gli eventuali grumi e diluite con il brodo caldo. Salate, pepate e cuocete per 10 minuti senza mai smettere di rimestare. In una ciotola incorporate alle patate schiacciate l'uovo. Lavorate bene il purè e trasferitelo in una placca da forno antiaderente, quindi adagiatevi metà della salsa. Scolate il merluzzo, privatelo della pelle e delle spine e sbriciolatelo fra le dita. Disponete anche questo nella pirofila e ricoprite il tutto con la rimanente salsa. Infornate a 240° per 20 minuti, quindi portate in tavola il pasticcio di merluzzo ben caldo.



giovedì 16 gennaio 2014

CASTAGNACCIO

Il castagnaccio è uno dei dolci tipici della stagione fredda, ma in fondo non tanto dolce... La mia maestra è la mia cara vicina di casa Marisa, che lo fa davvero buonissimo e che mi ha passato questa ricettina tutta da provare. Tipico della toscana, oltreché delle zone dell'appennino emiliano, ligure e piemontese, viene da noi fiorentini chiamato anche migliaccio, nel resto d'Italia è conosciuto anche sotto il nome di baldino o pattona. Comunque lo chiamiate, il castagnaccio, lo dice la parola stessa, ha come ingrediente principale la farina di castagne. Non vengono utilizzate altre farine, ne' uova tantomeno lo zucchero, il suo sapore dolce deriva esclusivamente dalle castagne. Una curiosità per voi giovani donne alla ricerca dell'anima gemella: una leggenda narra che il rosmarino contenuto nel castagnaccio abbia il magico potere di far innamorare l'uomo dei vostri sogni, per cui, se gli verrà offerto, vi chiederà di sposarlo!

400 g di farina
100 g di uvetta sultanina
50 g di pinoli
1/2 l di acqua
3 cucchiai di olio
6 noci
1 rametto di rosmarino
sale

Lavorate la farina con l'acqua fino ad ottenere una pastella liquida e liscia, senza grumi. Aggiungete l'olio e fatela riposare per circa 1 ora. Quindi versatela in uno stampo antiaderente, l'impasto non deve essere più alto di un dito. Cospargete con il rosmarino, l'uvetta, i pinoli e le noci e infornate il castagnaccio a 180° per 40 minuti.



lunedì 13 gennaio 2014

COCKTAIL DI GAMBERETTI

Evviva gli anni '80! E sulle tavole più "in", fra gli antipasti più in voga del momento regnava indiscusso il cocktail di gamberetti. Anche i più giovani fra noi ricordano sicuramente i mitici anni '80, gli anni dei Duran Duran e degli A-Ha, del boom economico e del benessere, delle spalline larghe e dei pantaloni come li definisco io "ascellari", in testa creste e frangettoni. Accidenti che nostalgia... guardo al passato sorridendo delle esagerazioni! Eppure quanti eventi straordinari si susseguirono in quel decennio. In campo medico, nell'82 venne impiantato il primo cuore artificiale. Negli uffici assume una diffusione capillare il personal computer, il commodore 64 diventa il computer più venduto della storia, e nell'85 la microsoft lancia la prima versione di windows. Al cinema esce E.T., che fa registrare gli incassi più alti di tutto il decennio, superato solo nel '93 da Jurassic Park. Viene scoperto il buco dell'ozono e abbattuto il muro di Berlino. La strage di Bologna, Ustica, il terremoto in Irpinia, l'esplosione del reattore nucleare di Cernobyl. Iran e Iraq cessano il fuoco mentre Unione Sovietica e Stati Uniti iniziano a comunicare in maniera più civile. E per chiudere questi ricordi in estrema leggerezza, non possiamo dimenticare la straordinaria vincita della nazionale di calcio del grande Enzo Bearzot in Spagna, che si aggiudicò il titolo di campione del mondo nell'82, battezzando Paolo Rossi miglior marcatore con i suoi 6 gol. Per 4 persone:

400 g di gamberetti
6 foglie di lattuga iceberg
6 cucchiai di maionese
2 cucchiai di ketchup
2 cucchiai di brandy
1 cucchiaio di salsa worcester

Sbollentate per 10 minuti in acqua i gamberetti, scolateli e metteteli da parte a raffreddare. Nel frattempo preparate la maionese usando questa ricetta qui, unitela al ketchup, al brandy, alla salsa worcester e mescolate con cura, fino ad ottenere una crema rosa omogenea. Dalle foglie di lattuga ricavate delle striscioline il più sottili possibile. Adagiatele nel bicchiere da cocktail o, come ho fatto io, su delle conchiglie di capesante. Mescolate i gamberetti alla salsa rosa e sistemateli sulla lattuga. Semplicissimo, il gioco è fatto: servite il cocktail di gamberetti ben freddo.




venerdì 10 gennaio 2014

FINOCCHI GRATINATI

Cosa si nasconde sotto la leggera crosticina croccante? I finocchi gratinati, che possiamo preparare insieme per deliziare la vista e il gusto. Il finocchio, meraviglioso ortaggio della stagione fredda, il cui nome deriva dal latino: fenuculum o feniculum, che è il diminutivo di fenum, cioè fieno, proprio ad indicare e ricordare nella forma una pianta dalle foglie molto sottili, per l'appunto il fieno. Il finocchio viene coltivato in tutt'Italia, dalle zone marittime a quelle submontane, ed è originario delle terre asiatiche. Al finocchio sono attribuite numerose proprietà medicamentose: digestive, antispasmodiche, antiscorbutiche, diuretiche, espettoranti e come se non bastasse, purgative, vulnerarie e fermifughe. Per 4 persone:

4 finocchi
500 g di besciamella light
50 g di parmigiano grattugiato
100 g di emmental

Sbollentate i finocchi tagliati in quarti in abbondante acqua salata per 10 minuti. Scolateli e adagiatesi su una pirofila da forno. Preparate la mia besciamella light con questa ricetta qui, dimezzando le dosi. Ricoprite con questa crema i finocchi. Tagliate a cubetti l'emmental e disponetelo sullo strato di besciamella. Spolverizzate infine con il parmigiano. A questo punto potete infornare a 200° per 20 minuti più 5 minuti con il grill. Se usate il forno a microonde potete addirittura dimezzare i tempi di cottura: 10 minuti con la funzione crisp e 3 con quella grill. Qualunque sia la vostra scelta, servite i finocchi al gratin in tavola ben fumanti.


martedì 7 gennaio 2014

COUS COUS AI GAMBERETTI E PISELLI

Arriva da tradizioni lontane ma ormai è entrato a far parte della nostra cucina: il cous cous, direttamente importato dalle tavole nord africane, vanta origini davvero antiche, nella sua versione originale a base di pesce, l'ho cucinato oggi per voi in questa mia variante molto colorata e gustosa: il cous cous ai gamberetti e piselli. Il cous cous in realtà si accompagna perfettamente tanto alla carne quanto al pesce, ma anche alle verdure nelle versioni vegetariane e vegane. Il nome così particolare di questa pietanza deriva dalla parola berbera "kesksu" che significa tondeggiante, dalla bella forma. Il cous cous è fatto di semola di grano duro, ma oggigiorno con questo termine si indicano anche preparazioni a base di orzo, miglio o sorgo. Una curiosità: in Libia si è soliti preparare il cous cous come pietanza dolce, presto vi fornirò la ricetta del famoso maghrood, dessert tipico a base di miele, datteri, sesamo e, per l'appunto, cous cous. Per 4 persone:

160 g di cous cous
200 g di acqua
1 cucchiaino di olio di semi
2 carote
10 pomodori ciliegini
150 g di piselli
150 g di gamberetti
15 olive verdi
1 rametto di origano
pepe nero, olio, sale

La preparazione del cous cous è semplicissima: in un pentolino mettete l'acqua, un pizzico di sale e l'olio di semi. Non appena bolle versatevi il cous cous e mescolate fino a che l'acqua non sarà completamente assorbita. Quindi spegnete la fiamma e coperchiate il pentolino per 5 minuti. Nel frattempo sminuzzate le olive, le carote e i pomodorini direttamente nella ciotola da portata e unite i piselli e i gamberetti precedentemente sbollentati. Salate e cospargete con l'origano e un'abbondante pioggia di pepe nero. Togliete il coperchio dal pentolino e sgranate al meglio il cous cous con una forchetta. Unitelo agli altri ingredienti e irrorate con un C di olio d'oliva. Mescolate per benino e il vostro cous cous ai gamberetti e piselli sarà pronto da servire in tavola.


venerdì 3 gennaio 2014

MELANZANE RIPIENE ALLA PUGLIESE

Le melanzane ripiene alla pugliese sono una fantastica ricetta che ho appreso dalla cucina di mia suocera. In realtà a casa mia (cioè mio padre) le cucina diversamente, e presto vi posterò anche quest'altra versione per farvi gustare la differenza. Abbiamo già parlato in altri post dei benefici che si ottengono dal consumo della melanzana, oggi possiamo aggiungere che le sostanze amarognole contenute in questo ortaggio, aiutano ad abbassare il tasso di colesterolo cattivo nel sangue. Inoltre l'assunzione delle melanzane stimola la creazione della bile, che viene prodotta dal nostro organismo fra un pasto e l'altro, e mangiando viene iniettata nel duodeno dove collabora alla digestione. Per 6 persone:

6 melanzane di piccola dimensione
200 g di mollica di pane raffermo
2 uova
2 spicchi d'aglio
1 ciuffo di prezzemolo
6 cucchiai abbondanti di pecorino grattugiato
10 pomodorini ciliegino
olio, sale

Tagliate le melanzane nel senso della lunghezza a metà, svuotatele della polpa e riducetela a cubetti, che metterete a cuocere per 15 minuti in una padella antiaderente con olio, sale, la mollica di pane sbriciolata non troppo finemente con il trito di prezzemolo e aglio. A metà cottura vi consiglio di aggiungere una tazzina d'acqua, perchè la melanzana ha il brutto vizio di assorbire tanto olio e rischiate un attaccamento generale.... Lasciate raffreddare e nel frattempo pelate i pomodorini e sfilettateli, uniteli quindi al composto ormai tiepido e aggiungete anche il pecorino e le uova. Amalgamate bene il tutto e con questo composto riempite l'involucro delle melanzane svuotate in precedenza. In una placca da forno antiaderente unta leggermente d'olio aggiungete un'altra tazzina d'acqua e adagiatevi su le melanzane. Infornate a 200° per 45 minuti. Le melanzane ripiene alla pugliese sono buonissime calde, ma vi assicuro, ottime il giorno dopo!